Yahweh, dio della guerra by Stefania Tosi

Yahweh, dio della guerra by Stefania Tosi

autore:Stefania Tosi
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’oro di Yahweh

Dopo il bagno di sangue per la celebrazione dell’Esodo, la grande carovana si mette in marcia.

Come detto, Yahvveh viaggia con Israele. Dà indicazioni per la costruzione della sua Dimora che sarà arredata da ricche suppellettili, “spontaneamente” offerte dal popolo: oro, argento e bronzo, tessuti di porpora viola e rossa, olio per l’illuminazione, balsami per l’olio dell’unzione, incenso aromatico, pietre di ònice e pietre da incastonare nell’efod e nel pettorale.220

Il viaggio è lungo e a Yahvveh piace stare comodo, vuole suppellettili per addolcire le scocciature del viaggio e oro per far felici gli occhi. A ciò si aggiungano: propiziatorio, piatti, coppe, anfore e tazze per le libagioni, candelabri, smoccolatoi, portacenere e cinquanta fibbie tutto rigorosamente in oro puro. Yahweh ama il lusso, senza dubbio. L’oro è ed era il simbolo divino per eccellenza. Per i popoli antichi indossare monili d’oro significava essere simili agli dèi. In Egitto si credeva che la carne stessa degli dèi fosse fatta d’oro e non a caso simboleggiava la luce solare, rappresentazione del dio Ra. Anche gli amuleti destinati alla protezione del defunto erano sempre realizzati in oro. Questo perché il prezioso minerale conferiva potere, elevatezza sociale e anche appartenenza alle genealogie divine. Yahweh si ammanta e circonda d’oro, poiché egli è l’astro intramontabile che illumina i cieli del popolo eletto. Al prezioso metallo non attribuisce solo una funzione estetica, ma ordina che sia impiegato nella costruzione di oggetti particolari, dedicati alla comunicazione quali l’Arca dell’Alleanza e l’“efod”, il misterioso pettorale utilizzato appunto per la comunicazione a distanza.

Il termine ’oro’ compare in quasi 500 versetti e la sua presenza in quantità è una preoccupazione costante di Yahweh, come accade nell’Esodo, poco prima di lasciare l’Egitto. Egli infatti ordina a Mosè: «Dì dunque al popolo, che ciascuno dal suo vicino e ciascuna dalla sua vicina si facciano dare oggetti d’argento e oggetti d’oro» (Es 11, 2).

E, ancora:

«gli Israeliti eseguirono l’ordine di Mosè e si fecero dare dagli Egiziani oggetti d’argento e d’oro e vesti. Il Signore fece si che il popolo trovasse favore agli occhi degli Egiziani, i quali accolsero le loro richieste. Così essi spogliarono gli Egiziani» (Es 12, 35-36).

Posta la debita distanza tra il suo popolo e l’Egitto, Yahweh avanza le sue richieste:

«Prelevate da quello che avete, un’offerta all’Eterno; chiunque è di cuor volenteroso recherà un’offerta all’Eterno: oro, argento, rame» (Es 25, 1).

La generosa donazione sarà impiegata per la creazione di suppellettili della sua umile Dimora: tavola, piatti, coppe, anfore, tazze e candelabri. E infatti ingiunge a Mosè:

«Prenderai il denaro espiatorio ricevuto dagli Israeliti e lo impiegherai per il servizio della tenda del convegno. Esso sarà per gli Israeliti come un memoriale davanti al Signore, per il riscatto delle vostre vite»(Es 30, 16).

Riguardo al già citato efod, Yahweh fornisce indicazioni scrupolose:

«Gli Israeliti faranno l’efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati. Avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito. La cintura per fissarlo, che sta sopra di esso, sarà



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